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Libri per conoscere la Calabria

 13 luglio 2017
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 Categoria: Curiosita'
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 Scritto da: admin
lubri sulla calabria

Quando pensiamo alla Calabria, vengono sempre in mente pensieri contrastanti a riguardo. Terra bellissima dal punto di vista paesaggistico, artistico, storico-culturale, turistico. Da un altro punto di vista, quello più negativo, si pensa alla Calabria come una terra malfamata, da sempre, dove prima regnava il brigantaggio e ora è la n’grangheta a farla da padrona. E’ su questi aspetti più negativi che si concentra Francesco Bevilacqua, autore di "Lettere Meridiane", uno dei più rilevanti libri sulla Calabria presenti nella collana di Rubbettino Editore.


Questa terra così bella e allo stesso tempo ostile, piena di contraddizioni, viene analizzata da diversi autori sotto profili differenti.


Due scuole di pensiero si dividono riguardo la Calabria: chi la considera una terra che non potrà mai redimersi, dove regnano assistenzialismo, sprechi, sottosviluppo e arretratezza; chi invece la vede come una vittima di secoli di malgoverno che ha prodotto come reazione un autonomismo simile, ma contrario, a quello leghista.


"La cultura ispanica nella Calabria del Cinque-Seicento" è il titolo di un altro libro che, partendo dal contributo di sedici autori di vari settori scientifico-disciplinari al convegno internazionale tenutosi presso l’Università della Calabria nel 2012, tratta in modo approfondito di come questa regione sia stata ampiamente influenzata dalla cultura spagnola in molti aspetti. Le strategie di gestione del potere secolare e religioso, i rapporti discutibili che si instaurarono tra le classi sociali alte e il governo centrale, l’influenza ispanica sulla filosofia, sulla letteratura e sull’arte offrono un quadro inedito della Calabria di quel periodo.


La Calabria viene analizzata anche in relazione al suo sviluppo rurale da Anna Elia in "Networks rurali e reti contadine". In questo testo l’autrice parla di esperienze e percorsi di agricoltura sostenibile che si sono ampiamente diffusi di recente in Calabria. Se nei "networks rurali" agiscono produttori agricoli medio-grandi, nelle "reti contadine" i protagonisti sono agricoltori bio-etici. Sebbene in parte eterogenei, lo scopo di questi due gruppi è agire in sinergia per diventare autonomi rispetto ai grandi mercati.


Un altro tema rilevante che viene affrontato è quello delle migrazioni e delle disuguaglianze a livello locale. Nel libro "Rifugiati in Calabria", sempre di Anna Elia, viene preso in considerazione il tema dell’accoglienza dei profughi curdi nei villaggi della Locride, che ha origine sul finire degli anni ’90. Gli aspetti salienti dell’analisi riguardano principalmente le azioni di governance volta a gestire le diversità tra residenti vecchi e nuovi e le forme partecipative tese a superare la logica emarginante della cittadinanza nazionale.


"Tra globale e Locale", a cura di Anna Elia e Pietro Fantozzi, gli autori si soffermano sulle cause socio-culturali e politiche che hanno influenzato e innescato l’esperienza migratoria. Dal colonialismo alla decolonizzazione alle disuguaglianze prodotte dall’economia neo-liberista, dalle nuove strategie di governance necessarie in funzione del fenomeno migratorio agli aspetti interculturali e identitari che lo contraddistinguono. Tutti questi processi richiedono un cambiamento e una rielaborazione nei modi di agire delle istituzioni con un aggiornamento costante di conoscenze e competenze.


"Calabria extra e intra moenia", Ugo Piscopo descrive un viaggio nella Calabria degli anni ’50, piena di contraddizioni. Qui il protagonista tenta di comprendere la realtà in cui si trova senza pregiudizi.

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