Un'architettura vicina alla natura e a misura d'uomo è alla base di una casa ecosostenibile. Il primo a parlarne fu un architetto austriaco Friedensreich Hundertwasser che esponeva il suo pensiero dicendo "che tutto ciò che giace sotto il cielo appartiene alla natura. Le strade e i tetti devono essere riempiti di alberi e in città bisogna poter respirare aria di bosco".
Città con meno traffico, spazi verdi e aria pulita si sognano ancora oggi però l'obiettivo sembra ancora molto lontano. Si prendono provvedimenti tampone e nei momenti più critici di inquinamento atmosferico i medici consigliano di tenere in casa, almeno nelle ore di punta, i bambini e gli anziani.
Ma davvero l'aria all'interno delle nostre abitazioni è più sana e pulita di quella esterna?
Non sempre, purtroppo. Gli studi sull'inquinamento domestico sono cominciati alla fine degli anni '60, periodo al quale risalgono le abitazioni in assoluto meno ecologiche mai costruite. Infatti, la crisi che caratterizzò il mercato del petrolio in quegli anni portò a strutturare le nuove case in modo che disperdessero il meno possibile il calore, così da contenere i consumi energetici.
Per fare ciò furono utilizzati materiali altamente isolanti, fu ridotta la ventilazione e aumentato il riciclo di aria all'interno delle mura domestiche. Tre elementi che oggi fanno accapponare la pelle agli esperti di inquinamento domestico.
L’aria delle nostre case può risultare inquinata da numerose sostanze, proprio come accade all’esterno. Si parla ad esempio di Voc quando ci si riferisce a composti organici volatili, composti chimici caratterizzati da idrogeno e carbonio. Tra i Voc casalinghi più noti vi è certamente la formaldeide. Molti avranno già sentito parlare di questo gas incolore, dal forte odore, che arriva a causare infiammazioni alle mucose.
La formaldeide si trova in diversi solventi, nelle colle, in pannelli di legno o nella plastica, oltre che nel fumo prodotto delle sigarette. Qual è la caratteristica inconfondibile di questa sostanza tossica? Quella di riuscire a rimanere sospesa nell'ambiente anche per diversi giorni, o almeno fino a quando non si effettua una buona ventilazione delle stanze.
Il riciclo dell'aria, dunque, è fondamentale anche per risolvere tutti quegli inconvenienti causati da altri composti organici altrettanto nocivi. Tra questi, lo stirene e il benzene. Parliamo per la precisione di idrocarburi aromatici: la loro formazione prevede un "anello" di sei atomi di carbonio ove si lega l'idrogeno. Queste sostanze si trovano in alcune colle che si utilizzano per la moquette e negli isolanti per tubature, e possono arrivare a provocare mal di testa, irritazioni sia agli occhi che alla bocca, e addirittura problemi collegati al sistema nervoso centrale.
La pericolosità del benzene sta soprattutto nella sua capacità di riuscire a entrare nelle abitazioni anche attraverso pareti e pavimenti. In che modo? I rivestimenti vari, la carta da parati e il linoleum portano gli edifici a trasformarsi quasi in spugne che assorbono l'aria esterna e quindi anche il relativo inquinamento.
Di conseguenza, queste sostanze nocive arrivano pian piano nelle nostre case e si insediano allo stesso modo, se non peggio, quasi come se le finestre di tutte le stanze fossero spalancate.
In questo contesto sono molto interessanti i risultati ottenuti da uno studio recenti in cui alcuni ricercatori hanno rilevato per un anno la concentrazione di benzene in sei città europee (Anversa, Copenaghen, Rouen, Murcia, Padova e Atene), scoprendo che questa sostanza è presente in maggiori quantità nell'aria delle città del Sud, ma che le case più afflitte da inquinamento da benzene sono quelle al Nord.
Per spiegare questi risultati bisogna pensare al tipo di materiali usati nelle abitazioni delle diverse parti d'Europa. Al Nord, infatti, si utilizzano prevalentemente moquette, linoleum e legno di pino o di abete, più assorbenti di ceramica, marmo e muratura diffusi al Sud.
Il problema della presenza di sostanze tossiche nelle abitazioni è abbastanza complesso, e per avere una casa ecologica è necessario tenere conto di numerosi fattori.
Una recente ricerca, per esempio, ha evidenziato che esistono sorgenti di inquinanti insospettabili, come gli emanatori di profumi. In particolare, quelli aromatizzati al limone contengono una sostanza gassosa, il limonene, che reagendo con l'ozono forma microscopiche particelle facilmente inalabili e probabilmente tossiche.
L'inquinamento domestico, però, presenta un vantaggio rispetto a quello atmosferico: può essere combattuto ed evitato con alcuni accorgimenti.
Innanzitutto è possibile scegliere un arredamento pulito, mobili costituiti da materiali naturali, come il legno, e non trattati con vernici contenenti i Voc. Si può eliminare questo tipo di vernici anche dagli infissi e dalle pareti utilizzando al loro posto la calce spenta (formata da calce viva idratata con acqua) mescolata a terre colorate o a vernici a base di resine vegetali. In secondo luogo è bene informarsi per evitare errori.
Spesso, infatti, i muri e gli infissi sono studiati per avere una casa sigillata in modo da evitare spifferi, rumori o dispersione di calore.
L'uso dei condizionatori d'aria è poi sempre più diffuso nelle abitazioni italiane. Questi due accorgimenti, presi con l'intento di migliorarci la vita, se non si accompagnano a una ventilazione periodica, in realtà diventano controproducenti perché trattengono all'interno le sostanze tossiche, specie se i filtri dei condizionatori non vengono puliti regolarmente in maniera adeguata.
Per risolvere questi problemi, l'Unione Europea ha deciso di intervenire con il Programma Joule che si occupa di sistemi di ventilazione naturale rapportati ai vari edifici.
Come funziona? Il Programma prevede di utilizzare la forza motrice sia del vento che del calore per offrire alle case un flusso d'aria continuo e costante. Per i ricercatori europei, questo metodo può prendere una piega decisamente più moderna grazie al progresso della tecnologia. Lo scopo finale: arrivare ad avere un’aria più pulita e spegnere i condizionatori.
Temperature fresche in estate e calde in inverno nelle nostre case, ma è davvero possibile? Sì, con l'energia solare. Bisogna fare un salto nel passato, almeno agli anni ‘80, per scoprire i primi progetti in merito. E anche se da allora di tempo ne è passato, purtroppo la situazione non ha fatto dei progressi così grandi. Oggi, infatti, in Italia vi sono ancora troppe poche abitazioni dotate di pannelli solari. Per la maggior parte dei casi, poi, si tratta di case di privati.
Sebbene le immissioni provenienti dagli impianti di riscaldamento e condizionamento degli edifici contribuiscano in modo cospicuo all'inquinamento atmosferico, nel nostro Paese si rivolge l'attenzione quasi esclusivamente agli scarichi delle industrie.
Senza dubbio anche questo rappresenta un grosso problema, ma in questa ottica la legge penalizza tutti i progetti che hanno lo scopo di utilizzare energia alternativa per usi civili.
Gli altri Paesi dell'Europa, invece, sono assai più avanti rispetto a noi. Basti pensare che l’energia solare ha molto successo al centro-nord. A promuovere fortemente le energie alternative, sono soprattutto tre realtà come la Svizzera, la Germania e l'Olanda.
Paesi del Nord? Può sembrare un controsenso, poiché in queste zone il Sole non è sempre generosissimo. Ma esistono diversi modi per conservare il calore accumulato nella buona stagione per sfruttarlo d'inverno o durante i lunghi periodi di cielo nuvoloso.
Quella che è stata una delle prime ville a energia solare (costruita in Svizzera, vicino a Ginevra, nel 1989), e che ha vinto il titolo di abitazione a minor consumo di energia, presenta un ingegnoso sistema di accumulo del calore.
Nel giardino, a circa un metro di profondità, l'architetto Jacques Choisy ha costruito una serie di serpentine che conservano il calore estivo per l'utilizzo invernale.
Nella casa solare autosufficiente di Friburgo, progettata dai ricercatori del Fraunhofer Institut tedesco, è l'idrogeno che provvede a conservare l'energia per i mesi invernali.
In estate il calore raccolto dai pannelli solari viene in parte utilizzato per dissociare elettroliticamente l'acqua in ioni ossigeno e ioni idrogeno. In inverno la combustione dell'idrogeno fornisce sia il calore per cucinare sia l'aria calda che viene immessa nell'abitazione.
Del Fraunhofer Institut è anche uno fra i più recenti e innovativi progetti di case alimentate con i pannelli solari. Gli edifici sono strutturati in modo tale da ridurre al minimo le perdite di calore sia grazie ai materiali utilizzati sia grazie al tipo di ventilazione interna.
L'energia solare che entra attraverso le finestre e i muri è già di per sé sufficiente a provvedere al riscaldamento della casa, tanto che in nessuna stanza sono presenti termosifoni. Per aumentare l'efficienza, l'edificio è anche dotato di un dispositivo, messo a punto da un'azienda tedesca.
Esso provvede a eliminare l'aria viziata, non senza prima averle rubato il calore, e a scaldare l'aria pulita proveniente dall'esterno.
Fino a questo momento abbiamo visto come specifici interventi nelle abitazioni possono contribuire a pulire l'aria al loro interno. Ma avendo la possibilità di costruire da zero la nostra casa ecologica, quali accorgimenti e regole dovremmo seguire? Innanzitutto di grandissima importanza è la scelta del terreno, sia per la stabilità delle fondamenta, sia perché molto spesso dal suolo arrivano sgraditi ospiti.
Uno di questi è il radon, un gas radioattivo che si sprigiona da alcuni tipi di rocce, (granito, rocce vulcaniche e tufo), e che può avere pericolosi effetti sulla salute. In Italia i territori a maggiore concentrazione di radon sono situati nella fascia alpina che percorre Piemonte, Lombardia e Trentino: nel litorale fra Toscana e Campania, in Calabria e in Sardegna.
Per evitare che il radon si insinui nelle case è sufficiente costruire, nelle fondamenta che poggiano sul terreno, un'intercapedine ventilata: non permette al gas di salire nei locali dell'abitazione ed è utile anche a espellere l'umidità che proviene dal suolo.
Per quanto riguarda poi lo scheletro della casa bisogna utilizzare materiali che le permettano di respirare e che siano il più possibile omogenei.
Le fondamenta sono necessariamente costituite da calcestruzzo armato, perché così è imposto dalla legge italiana. Non è il migliore materiale ecologico, in quanto trattiene eccessivamente l'umidità e può contenere sostanze nocive.
Per ovviare a questi difetti è allora importante utilizzare i giusti elementi per le altre strutture. I muri, per esempio, andrebbero costruiti con mattoni semipieni, privi di stratificazioni e isolati con materiali traspiranti (come il sughero), così da diventare i polmoni della casa.
Anche il tetto deve proteggere l'abitazione, permettendole però allo stesso tempo di respirare. Per raggiungere lo scopo è necessaria una base portante in legno o in laterocemento (costituito da cemento e terre argillose), ricoperta con un materiale isolante naturale e con tegole in cotto e fra la base e il soffitto di casa deve essere presente un'intercapedine ventilata. Il risultato sarà una casa veramente sana, senza nemici nascosti, capace di proteggere i suoi abitanti.